Cronaca del viaggio esterno. Day 19. Da Bukhara a Tashkent (via Samarcanda). Via della Seta, mercato nero e camerieri affetti da OCD

ninnillo

Dopo una breve passeggiata per Bukhara che e’ davvero un gioiello, partiamo in direzione della capitale, Tashkent. In mezzo faremo tappa a Samarcanda, che merita almeno una fugace visita.

IMG_9077

La strada da Bukhara a Samarcanda e’ un delirio di buchi da scansare, seconda solo alla strada in Turkmenistan che conduceva a Darvaza.

Una controllata all’olio e una al liquido del motore, tutto a posto, si può’ andare. Quasi tutto a posto, ci manca un po’ di benzina (diesel, pardon, dopo l’esperienza iraniana chi se lo scorda). Beh, basta ricordarci sulla strada di fermarci a una pompa di benzina prima che il livello sia troppo basso. Meglio farlo presto, perché abbiamo letto nei forum che solo una benzina su cinque ha il diesel.

Le brutte sorprese, pero’, sono a ogni angolo in questo viaggio, in questa odissea ormai. A quanto pare i forum non sono troppo aggiornati. Qui ormai tutte le macchine vanno a gas. Alla nostra destra e alla nostra sinistra un desolante panorama di pompe di benzina in disuso e ogni tanto qualcuna introdotta da un cartello “Metan” o “Propan”.

Dopo vari tentativi infruttuosi e 200 chilometri ci rendiamo conto che trovarne uno effettivamente funzionante e’ praticamente impossibile. Per fortuna nel forum abbiamo letto anche dell’esistenza di un mercato nero della benzina (anche lei dura da trovare) e del diesel.

Non abbiamo, pero’, idea di come fare a trovare chi vende questo fantomatico diesel. Fermiamo varie persone che vendono sigarette, frutta, acqua, ai bordi della strada e chiediamo a un paio di meccanici. Apparentemente, pero’, non e’ la strada giusta. Tutti ci dicono: non lo so, non la vendo. Provate da un’altra parte. Senza indicarci, pero’, dove e’ quest’altra parte.

Ora faccio una parentesi. Spesso i cognomi, in quasi tutto il mondo, indicano la provenienza o il mestiere di qualcuno degli antenati. I vari -son in Inghilterra, -sson -sen nei paesi scandinavi, -oglu in Turchia, etc. indicano che un antenato era figlio di X (in Islanda non indicano gli antenati ma ancora proprio il padre). Oppure possono essere mestieri, mi vengono in mente i classici cognomi Zapatero, o Schumacher, che devono aver avuto antenati che facevano scarpe.

Ecco, interrogandomi sulle origini del cognome di Francesco, Falco, ho pensato a varie possibilità che includevano questi possibili antenati: un falconiere, un poliziotto in borghese ma facilmente riconoscibile che girava in motocicletta, un cantante Austriaco autore di improbabili canzoni relative a commissari, etc.

Poi ho ricordato, pero’, che alcuni cognomi descrivono qualità fisiche o morali dell’antenato. Ecco. Falco deve essere legato a qualche antenato dall’occhio di falco, che gli ha trasmesso i geni.

Non si sa come, mentre sfrecciamo a 90 all’ora (su quel fondo, credetemi, e’ sfrecciare), intravede un tipo inserire benzina con una tanica in una macchina. Inchiodiamo. Marcia indietro. La cosa incredibile e’ che riesce a vederlo mentre mi sta guardando male perché canticchio Uzbek, Uzbek to where you once belonged.

– Dove l’hai comprata?

Tir park, a tre km da qui. In effetti, dopo tre chilometri circa, sulla destra, troviamo un parcheggio per tir. Esce un ragazzino e gli chiediamo. Diesel? No, non ne abbiamo.

– Sicuro?

– Se vuoi chiedi.

Vogliamo. E facciamo bene. Il parcheggio gestito da un arabo, che parla russo con caratteristico accento medio-orientale. Gli diciamo:

– abbiamo poco diesel e dobbiamo arrivare fino a Osh, in Kirghizistan. Qui in Uzbekistan il diesel non si trova. Ci puoi aiutare?

– Posso. Quanto vi serve?

– Tre taniche da 20 litri.

– Ve ne posso dare una.

Accettiamo, naturalmente, al prezzo di 120.000 som (che sono un gran mazzo di soldi visto che per qualche motivo in Uzbekistan non si trovano banconote da più di 5000 som che al cambio non ufficiale, e più favorevole, sono poco piu’ di mezzo dollaro).

Ci possono, forse, bastare per arrivare fino a Tashkent, ma certo non fino a Osh. Bisognerà trovarne altri.

Ma per fortuna, dove la tecnologia non aiuta (google maps ovviamente non segnala i mercati neri), ci pensa l’occhio bionico di Francesco, che individua un altro parcheggio di Tir, seminascosto, dove riusciamo a riempire le altre due taniche.

IMG_1520.JPG

Il successo di questa missione e’ molto importante, perché ci permette di visitare anche il Kirghizistan e non tagliare diretti dal Kazakhstan. Ho la sensazione che perderlo sarebbe un gran peccato.

Possiamo dirigerci quindi verso Tashkent. Mentre canticchio “ma nun me lassa’, nun me da stu turment’, tuorna a Tashkent'”. Non so se Francesco mi guarda male perché il mio sguardo è concentrato ad evitare i fossi della terribile strada.

IMG_9351

Arriviamo a Tashkent senza problemi e con un gran sollievo per aver trovato il prezioso carburante.

Tashkent, come molte delle città che abbiamo visto, risente, almeno nell’urbanistica, dell’influenza sovietica con i suoi infiniti vialoni e i palazzi monumentali. Sembra anche essere abitata da molti più russi che le precedenti città. Di fatto il russo e’ la lingua che sentiamo parlare di più per la strada e le televisioni nei locali trasmettono quasi tutte canali russi.

IMG_9364

Dopo aver trovato due locali tradizionali Uzbeki chiusi, decidiamo di accontentarci di un fast food locale e prendere un Hamburger. Tanto per cambiare in questo viaggio, stanno girando una fiction o una pubblicità (il giorno dopo troviamo un altro set nel parco di fronte all’albergo).

Ma non e’ il set a colpirci. Ci appassiona di più la compulsione del cameriere. Gli hamburger sono enormi ed e’ impossibile mangiarli senza macchiarsi le mani e consumare quantità industriali di tovaglioli. A ogni singolo tovagliolo che macchiamo viene a raccoglierlo. Ci divertiamo ad alternarci. Uno lo macchio io, l’altro lo macchia Francesco. Ogni venti secondi, zaff…, eccolo che sostituisce il tovagliolo. Stanchi come siamo ci divertiamo con poco. Ma la ricreazione e finita. Domani, tanto per cambiare, sveglia presto e ci si dirige in Kirghizistan attraversando quella che e’ descritta come la “meravigliosa valle di Fergana”. Non vediamo l’ora.

IMG_9367

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...